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⚖️ Liberation Day: le strategie vincenti secondo SocGen nell'era delle tariffe




Nel nuovo report "Global Equity Market Arithmetic" di Société Générale (14 aprile 2025), viene analizzato l'effetto deflagrante delle politiche tariffarie statunitensi sui mercati azionari globali. Il concetto chiave del report ruota intorno alla giornata simbolica chiamata "Liberation Day", punto di svolta per diversi fattori macro e microeconomici. Vediamo i punti principali:


1. Liberation Day: la nuova fase dei mercati azionari

  • SocGen identifica il "Liberation Day" come il momento in cui l'impatto delle tariffe ha generato una discontinuità nei mercati.

  • La strategia "Strong Balance Sheet" è risultata la vincente, registrando +2,9% dopo l'evento, dimostrando che le aziende con bilanci solidi sono più resilienti a pressioni sui tassi e sul credito.


2. Strategie che funzionano: quali fattori privilegiare?

  • Le strategie quant globali hanno performato bene: +4,4% da inizio anno, +0,2% anche dopo lo shock tariffario.

  • Fattori come trend, growth e high beta hanno dominato dopo il rimbalzo recente. Tuttavia, durante le fasi di sell-off avevano primeggiato i fattori difensivi (low beta, low vol).

  • Il ritorno su titoli a dividendo elevato e fondamentali solidi è stato particolarmente efficace: la strategia quality income ha reso +12,3% YTD a livello globale, +4,8% in Europa.


3. Rischi da valutazione e credito: attenzione al contesto

  • L'indice S&P 500 mostra un PE forward di 19x, nel 75° percentile storico: le valutazioni sono elevate.

  • L'aumento degli spread high yield è correlato con la sovraperformance di aziende con bilanci solidi.

  • Le società fuori dal club delle mega-cap vedono utili sotto pressione e necessitano di rifinanziamento in un contesto di tassi alti.


4. Rotazioni settoriali e regionali: dove guardare?

  • I settori ciclici (consumer discretionary, industriali, basic resources) hanno rimbalzato nella settimana post-Liberation, ma il quadro YTD resta negativo.

  • L'Europa, escluso il Regno Unito, mostra miglior tenuta (+6,1% YTD), mentre gli USA faticano (-8,8% S&P).

  • Il Giappone e i mercati emergenti rimangono sotto pressione.


5. Aspetti tecnici e EPS: la realtà sotto il cofano

  • I titoli fuori dalle Magnificent 7 negli USA vedono stime sugli utili in netto calo.

  • L’analisi della diffusione di vendite e margini mostra una percentuale crescente di aziende con profitti e ricavi inferiori rispetto all’anno precedente.


6. Principali Grafici


📊 Volano gli spread high yield: premiata la qualità nei bilanci

Nel primo trimestre dell’anno, le strategie basate su aziende con bilanci solidi hanno sovraperformato nettamente. Il motivo? ✨

🔴 Gli spread dei bond high yield sono esplosi, segnalando un aumento del rischio percepito sul credito.⚫ In parallelo, l’indice delle aziende con bilanci forti ha fatto meglio, dimostrando che nei momenti di stress il mercato torna a preferire nomi difensivi e con fondamenta solide.

💡 La correlazione è chiara: quando il credito si tende, la qualità viene premiata.Non è un caso che i flussi si siano spostati verso strategie income di alta qualità proprio in 1Q.

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📈 Qualità e reddito in rimonta. Crescita batte bassa volatilità.

Nel primo trimestre del 2025, le strategie basate su titoli quality income hanno brillato sia a livello globale che europeo, sovraperformando nettamente il mercato.⚫ La linea nera nel grafico mostra la forza del Global Quality Income vs il mercato.🔴 Anche in Europa si è visto un chiaro miglioramento della performance dei titoli difensivi ma redditizi.

📊 Parallelamente, dopo la cosiddetta “Liberation Day” (evento di riferimento per i mercati), i fattori growth sono tornati protagonisti:

🔺 I migliori sono legati a utili attesi, crescita DPS (dividendi), vendite e margini EBITDA.

🔻 In fondo alla classifica troviamo invece fattori come bassa volatilità, beta basso e inflazione: segno che il mercato sta lasciando i porti sicuri per cercare rendimento altrove.

💬 Un chiaro messaggio: gli investitori iniziano a distinguere tra rischio e qualità, ma senza rinunciare al potenziale di crescita.

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📊 Performance settoriale globale: Technology tra i peggiori da inizio anno

Nell’ultima settimana il settore Tech ha segnato un rimbalzo spettacolare (+6%), ma questo non basta a cancellare la debolezza accumulata da inizio anno.⚠️ YTD (da inizio 2025), il comparto Technology è il peggiore, con un calo superiore al -15%. Seguono Consumer Discretionary ed Energy.

🔍 Al contrario, i settori Consumer Staples, Utilities e Telecom hanno registrato le migliori performance da inizio anno. Tipicamente considerati più difensivi, sembrano aver beneficiato della crescente incertezza macro e delle rotazioni settoriali.

🗓️ Interessante il contrasto tra la performance mensile e quella settimanale:

  • Tech e Consumer Discretionary sono ancora negativi su base mensile,

  • Ma tra i top performer settimanali, suggerendo un possibile rientro speculativo o un inizio di rotazione.

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📊 Valutazioni globali: dove il mercato è più caro (e dove cresce di più)

Dando uno sguardo ai P/E attesi per il 2025 e 2026, la Borsa USA resta la più cara al mondo, con un rapporto prezzo/utili atteso di 20,1x per il 2025 e 17,5x per il 2026. Nonostante ciò, è anche tra le aree con le maggiori stime di crescita EPS, previste al +10,65% nel 2025 e al +15,18% nel 2026.

🟡 All’estremo opposto troviamo:

  • UK: tra i più sottovalutati con P/E 2025 atteso a 11,6x e crescita EPS più modesta (+5,36% nel 2025).

  • Eurozona: P/E di 12,5x con crescita EPS stimata solo al +7,6% nel 2025.

🌍 Chi sorprende? Gli Emerging Markets: P/E a 12,6x per il 2025 ma con una crescita attesa del 16,3% nel 2025. Una combinazione interessante che potrebbe attrarre più attenzione in un contesto di rotazione geografica.

In sintesi:

  • 🔺 Stati Uniti: valutazioni elevate, ma crescita robusta.

  • 🔻 Europa: valutazioni basse, ma crescita modesta.

  • ⚡ Emergenti: rapporto rischio/rendimento apparentemente interessante.

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📉 Earnings in rallentamento ovunque: il momentum EPS si deteriora

Negli ultimi 30 giorni si è verificato un netto rallentamento nel momentum degli utili a livello globale. Il grafico mostra la variazione a 4 settimane delle stime di utili per azione (EPS) sia per l'anno in corso (FY1) che per il prossimo (FY2), su base regionale.

🔍 Cosa sta succedendo?

  • 🌍 World: chiaro calo delle revisioni al rialzo, sia su FY1 che FY2.

  • 🇺🇸 US: il deterioramento è ancora più marcato, con una discesa netta delle stime a partire da metà marzo.

  • 🇪🇺 Europa: andamento simile agli USA, con EPS in forte correzione da fine marzo.

  • 🇯🇵 Giappone: unica eccezione parziale, con FY1 ancora su livelli relativamente alti, ma anch’esso in calo.

  • 🇬🇧 UK: altalena nelle revisioni fino a metà marzo, poi anche qui il ribasso prende forza.

  • 🌎 Emerging Markets: il trend appare più stabile, ma anche qui iniziano segnali di inversione.

📊 Il dato chiave: non si tratta solo di una correzione USA, ma di un rallentamento sincronizzato delle aspettative sugli utili a livello globale. Un segnale che riflette probabilmente una crescente cautela su crescita, margini e impatto di nuove tariffe e rischi geopolitici.

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📊 Consensus sugli utili in calo ovunque (tranne in Giappone)

Il grafico mostra le revisioni del consenso sugli utili attesi (EPS) per il 2025 (in nero) e per il 2026 (in rosso) negli ultimi 3 mesi, regione per regione.

❗️Il dato che colpisce di più è la diffusione e la consistenza delle revisioni al ribasso, che dominano in quasi tutte le aree geografiche:

  • 🌍 A livello globale, le aspettative per il 2026 sono state tagliate di oltre il 2%, leggermente meglio per il 2025.

  • 🇺🇸 USA in territorio negativo per entrambi gli anni.

  • 🇫🇷🇩🇪🇬🇧 Francia, Germania e UK presentano forti downgrade.

  • 🌏 Emerging markets e Asia-Pacifico anch’essi in frenata.

  • 🇯🇵 Giappone unico mercato con revisioni positive per entrambi gli anni, segno di una relativa solidità della crescita attesa.

🎯 Messaggio chiave: Il deterioramento del consensus EPS non è isolato ma diffuso, e riflette probabilmente un mix di:

  • incertezza macro globale,

  • pressione sui margini aziendali,

  • timori legati a inflazione, tassi e tensioni geopolitiche.

Questo trend può incidere sulla valutazione dei mercati azionari, in particolare in aree dove i multipli sono ancora elevati.

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Conclusione

In un mercato segnato dall’incertezza macro e da una politica commerciale imprevedibile, SocGen consiglia di concentrarsi su aziende con bilanci solidi, alti dividendi e fondamentali di qualità. I dati suggeriscono che la resilienza è la vera chiave di sopravvivenza in questo scenario, dove la selezione dei titoli torna centrale.


Augurandovi Buon Trading, vi invito ad unirvi al canale Youtube per seguire le live di approfondimento macro e di trading.

Salvatore Bilotta


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